Cattivi costumi : le politiche sulla prostituzione nell'Unione Europea negli anni Novanta

Danna, Daniela (2001) Cattivi costumi : le politiche sulla prostituzione nell'Unione Europea negli anni Novanta. In «Quaderni del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale», n. 25 Università degli Studi di Trento.

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    Abstract

    La mia ricerca ha lo scopo di presentare le politiche con cui dieci stati dell'Unione Europea si occupano del fenomeno della prostituzione. Ciò che mi propongo di indagare non è la prostituzione in sé - le modalità dello scambio di soddisfazione sessuale contro denaro e il vissuto e l'identità sociale dei protagonisti, prostituta e cliente - bensì le interpretazioni e le reazioni da essa suscitate negli attori sociali che hanno il potere o la volontà di intervenire su questo fenomeno: i modi e gli obiettivi della considerazione e regolazione pubblica del fenomeno della prostituzione partendo dalle leggi per investigare anche gli scostamenti delle politiche dai codici. Molti cambiamenti sono avvenuti in questi anni Novanta, sia per quanto riguarda la composizione etnica della parte della popolazione che vive di prostituzione, sia per quanto riguarda le leggi che la regolano. I casi oggetto di indagine sono rappresentati dai paesi dell'Unione Europea più grandi e popolosi insieme ad alcuni che hanno mutato le leggi e le politiche negli anni Novanta. Si tratta di Italia, Austria, Danimarca, Francia, Germania, Gran Bretagna, Irlanda, Olanda, Spagna, Svezia. In sette di questi stati vi sono stati cambiamenti legislativi, e su questo piano legale la maggior parte dei mutamenti non è stata formale, da un lato con l'aggiornamento delle parti della legislazione ormai in disuso, dall'altro con la configurazione di modifiche importanti ai modi di gestione del fenomeno. Un vasto spettro di politiche è stato messo in opera. L'obiettivo finale è una valutazione sull' efficacia dei diversi modelli di politiche in rapporto al fenomeno. Uso l'espressione "modelli" nel senso di famiglie di politiche, unite dal fatto di condividere le stesse impostazioni di fondo nella considerazione del fenomeno sociale della prostituzione. Questi modelli sono il proibizionismo, il regolamentarismo, l'abolizionismo, la criminalizzazione del cliente, il neo-regolamentarismo e la depenalizzazione. I primi tre sono "modelli classici", intorno ai quali si sono svolti i dibattiti politici dell'Ottocento e della prima metà del Novecento. I secondi sono modelli nuovi, che alcuni degli stati che analizzeremo hanno introdotto proprio nel decennio degli anni Novanta. L'ipotesi da cui partiamo sarà un'ipotesi di efficacia degli interventi statali, efficacia che andrà misurata in rapporto agli obiettivi interni a ciascun modello, e quindi tra loro fortemente contrastanti. I parametri della verifica saranno quelli della presenza (considerando anche il grado in cui sono presenti) o dell'assenza nei singoli stati delle forme di prostituzione vietate o contrastate, dato che ciascuno dei modelli in conformità ai propri principi richiede il raggiungimento di particolari e diversi obiettivi riguardo alle due forme principali in cui si può suddividere la prostituzione: all'aperto e al chiuso. Il modello proibizionista mira a eradicarla completamente, quello regolamentarista a controllare la prostituzione e a ridurre (quando non lo proibisce del tutto) l'adescamento in strada, mentre al contrario quello abolizionista tende a soffocare le forme di prostituzione che avvengono al chiuso. I modelli più recenti di politiche in due casi hanno obiettivi assimilabili a quelli dei modelli classici: la criminalizzazione del cliente e il proibizionismo li condividono in toto, il neo-regolamentarismo rispetto al regolamentarismo stabilisce sempre regole anche per la prostituzione all'aperto, mentre nel terzo modello nuovo, la depenalizzazione, si realizza l'ultima opzione logicamente possibile: la tolleranza della prostituzione sia al chiuso che all'aperto. Naturalmente nella depenalizzazione, così come negli altri modelli che accettano l'una o l'altra forma di prostituzione, la condizione posta è che non vi sia sfruttamento né costrizione. I dati empirici sul fenomeno che abbiamo a disposizione per questa verifica sono tratti dalle fonti più affidabili sulla consistenza e sulle caratteristiche delle diverse forme di prostituzione nei gruppi di stati che mettono in pratica ciascuno dei modelli.

    Item Type: Article in journal
    Department or Research center: Sociology and Social Research
    Subjects: H Social Sciences > HM Sociology
    Repository staff approval on: 14 Jan 2011

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