Il trasferimento tecnologico università-imprese: profili giuridici ed economici = University-Enterprises Technological Transfer: legal and economic issues

Siragna, Sara (2011) Il trasferimento tecnologico università-imprese: profili giuridici ed economici = University-Enterprises Technological Transfer: legal and economic issues. Trento Law and Technology Research Group. Students Paper Series; 6 . Trento: Università degli Studi di Trento. ISBN 978-88-8443-384-8

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    Abstract

    Il trasferimento tecnologico delle innovazioni prodotte dalla realtà accademica alla realtà imprenditoriale influisce profondamente sul progresso economico e sociale di un paese. La ricerca condotta dai ricercatori all’interno di strutture pubbliche e private, accomunate dalla produzione costante d’innovazione, contribuisce all’affermazione d’una nazione a livello internazionale. L’ammontare di fondi stanziati dagli stati per la ricerca varia a seconda della sensibilità dimostrata dal paese nei confronti della stessa. La crisi, che ha recentemente investito l’economia mondiale, ha sicuramente prodotto effetti negativi a livello d’innovazione e d’analisi condotte: ogni paese ha dovuto affrontare una lunga serie di problematiche legate soprattutto alla contrazione delle risorse disponibili. L’Italia è caratterizzata da un trascorso importante di pensatori, scienziati ed innovatori e conserva tutt’ora una buona capacità produttiva (sia con riguardo al numero delle pubblicazioni ottenute che al numero di brevetti depositati). Questa condizione è confermata anche dall’alta qualità di formazione degli individui italiani impiegati nelle attività di ricerca nazionali e mondiali. I ricercatori italiani sono infatti presenti in numero elevato nelle realtà accademiche straniere e presentano spesso capacità produttive ed innovative non comuni. Le considerazioni fatte sono espressive delle potenzialità racchiuse nei rapporti di collaborazione tra mondo accademico e mondo imprenditoriale. Nonostante ciò le cooperazioni università-industria hanno cominciato a diffondersi solo recentemente (in passato erano gli stessi protagonisti delle collaborazioni a dimostrare disinteresse o ostilità verso la diffusione di questo tipo di progresso innovativo). Il legislatore comunitario e nazionale ha quindi cominciato ad emanare una serie di disposizioni normative volte a sfruttare le effettive potenzialità della collaborazione tecnologica università-imprese. Quest’ultima è infatti, almeno tecnicamente, uno strumento fondamentale di sviluppo di risultati tecnologici innovativi poiché può contare sulle conoscenze teoriche approfondite di docenti-ricercatori altamente qualificati e competenti e su alcuni elementi pratici, tipici della realtà industriale, che costituiscono un certo valore aggiunto nello sviluppo di prototipi di prodotti innovativi. Il legame tra università e industria è regolato da norme di legge ad hoc ed è fortemente incentivato dal legislatore comunitario che non smette di evidenziarne le positività. Tuttavia, come per molte materie, non mancano problemi di interpretazione normativa né ostacoli alla concreta realizzazione dei disposti normativi. Con il privilegio dell’istituto accademico, in molti ritengono che l’Italia abbia fatto un passo indietro nel percorso di sviluppo tecnologico e collaborativo nazionale. Il fine del legislatore era quello di promuovere l’attività condotta dai ricercatori attraverso il riconoscimento diretto, in capo a questi ultimi, dei diritti patrimoniali e morali sull’invenzione. L’effetto prodotto dalla disciplina non è stato tuttavia quello sperato: l’Italia infatti, non solo si è posta in controtendenza rispetto alle discipline adottate dagli altri paesi, ma ha anche incontrato numerose difficoltà di gestione dei diritti sulle invenzioni. Più nello specifico, il legislatore non ha considerato che i ricercatori sono spesso sprovvisti delle risorse e delle competenze necessarie per commercializzare o rendere applicabile la propria innovazione prodotta. Di conseguenza i risultati della ricerca finiscono spesso col restare inutilizzati o peggio ancora incompleti per mancanza d’implementazione concreta di quanto sviluppato. A soluzione del problema, il legislatore ha creato entità preposte alla commercializzazione dei risultati della ricerca e alla tutela dei diritti dei ricercatori: gli uffici del trasferimento tecnologico. Dal punto di vista pratico la difficoltà del contatto tra mondo accademico e mondo imprenditoriale sembrerebbe essersi risolta tramite l’operato di questi nuovi uffici. Tuttavia in moltissimi casi si complica ulteriormente la gestione dei rapporti tra le parti e aumentano le criticità normative e gestionali della materia. In conclusione, l’Italia presenta un vissuto di vicende innovative e tecnologiche importanti e delle potenzialità evidenti di futuro sviluppo e progresso economico-inventivo. Tuttavia, gli attuali investimenti in ricerca ed incentivazione dei ricercatori sono spesso insufficienti a garantire un progresso innovativo degno di un paese quale è il nostro. Per evitare ulteriore perdita di terreno rispetto alle performance ottenute da altri paesi, in ambito di ricerca e sviluppo, sono necessarie riforme radicali capaci di attrarre l’interesse dei ricercatori stranieri nei confronti della ricerca italiana, di trattenere dall’emigrazione i talenti nazionali, di riorganizzare la materia del trasferimento tecnologico università-imprese in generale e di armonizzare le diverse forme di finanziamento della ricerca. ENGLISH ABSTRACT The technological transfer of innovations from universities to industry influences economic and social progress of a country. The researchers’ activity in public and private centres contributes to the international improvement of a country. The amount of funds, allocated by countries to research projects, depends on the country’s sensibilities towards this kind of activity. The recent economic crisis produced negative effects on the number of innovations and research activities: every country dealt with a long series of problems (related to the contraction of the available resources). History of Italy is characterized by famous thinkers, scientists and innovators and the country has still a good productivity level (the number of publications and the number of registered patent). This condition is confirmed by the high level of education shown by Italians working in national and international research centres. A lot of Italian researchers are employed in foreign academic institutions and they frequently show uncommon productive and innovative abilities. Remarks expressed in this work are the expression of collaboration’s potentiality between universities and the business world. Cooperation between university and enterprises has begun spreading only recently (in the past, the protagonists of collaborations showed indifference or hostility toward the diffusion of this innovative progress). European and national law-makers began issuing a series of laws to exploit the potentialities of the university-firms technological collaborations. This kind of collaboration is an essential instrument for technological growth, because it is based on theoretical knowledge of highly skilled teachers-researchers and on entrepreneurs’ best practices, an added value in developing new prototypes of innovative products. The partnership between university and firms is regulated by ad hoc laws and it is promoted by the European legislator, that shows its positive effects. However, as it often happens with many subjects, there are problems with the interpretation of the laws and obstacles to their implementation. Many people think that with the privilege of academic institutions Italy took a step backwards in the national progress both on the technological and collaborative side. The legislator’s goal was to promote researcher’s activities giving them patrimonial and moral rights on inventions. The results wasn’t as good as expected: Italy took a different position from the regulations adopted by other countries and it dealt with many difficulties in the management of invention rights. The law-maker didn’t take into consideration that, most of the time, researchers don’t have the necessary resources and competences to commercialize their innovations. As a consequence there is the possibility that the results of researches are left unexploited or unfinished, because innovations don’t have a real implementation. The legislator created qualified entities to commercialize the results of the research activities and to protect researchers’ rights: these are the offices of technological transfer. The difficult relationship between universities and firms is made easier by the work of these new offices. However these offices have often made university-industry relationship more burdensome, creating normative difficulties and making harder to handle these connections. Italy presents a history characterized by important moments of innovation and technological progress and evident potentialities for future development and economic-inventive growth. However, present investments in research and incentives to the researchers are often insufficient to support an innovative progress in Italy. To avoid further worsening of performance (in research and development) compared to other countries, it is essential that Italy: a) radically reforms its research system to attract foreign researchers’ interest on Italian projects, b) keeps Italian talents from migrating, c) reorganizes the whole university-firms technological transfer and d) harmonizes the different sources of financial support to research activities. Questo paper © Copyright 2011 by Sara Siragna è pubblicato con Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia License. Maggiori informazioni circa la licenza all’URL: <http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/2.5/it/>.

    Item Type: Book as author
    Department or Research center: Legal sciences
    Subjects: K Law > K Law (General)
    Uncontrolled Keywords: Trasferimento tecnologico, ricerca, collaborazione università-imprese, investimenti, risorse, Technological transfer, research, universities-firms collaboration, investments, resources
    Repository staff approval on: 29 Sep 2011

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